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Recensione del volume di Pierpaolo Donati, Teoria relazionale della società, Franco Angeli, Milano, 1991

(apparso su "Presenza Sociale", 1991)

 di Paolo Dell'Aquila

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Questo volume rappresenta l'"opus magna" di P.P. Donati, che con essa intende confrontarsi con la sociologia moderna e post-moderna, a partire da quella funzionalista di J.C. Alexander e N. Luhmann e dalla svolta costruttivistica che la teoria dell'autopoiesis ha introdotto nelle scienze sociali. In dialogo con l'opera di Achille Ardigò (Per una sociologia oltre il post-moderno, Laterza, Roma-Bari, 1988), Donati presenta una "sociologia relazionale" che intende superare le contrapposizioni fra teorie dell'azione e teorie del sistema sociale.

Questo tipo di pensiero "organizza le proprie mappe cognitive e simboliche attribuendo le qualità agli enti non già in base ad una loro pre-supposta identità, ma piuttosto definendo tale identità come realtà relazionale di un ente-in-un-contesto" (p. 14), ove tale contesto tenga conto sia dell'osservatore che dell'osservato. La teoria intende però evitare di incorrere nel relazionismo, che fa implodere la relazione in semplice comunicazione fine a se stessa (come in Baudrillard o in Luhmann). Ad una nuova epistemologia si affianca così un nuovo "paradigma di rete", che dà luogo ad interventi di rete (relazionali).

Da ciò si evince la correlazione fra teoria e prassi, fra sociologia e politica sociale, al fine di rivalutare le aree di solidarietà sociale (famiglia, volontariato, cooperative, gruppi di self-help, etc.) a fianco dello stato e del mercato. A formulazioni più teoriche (come la revisione dello schema AGIL), Donati unisce una proposta di politiche sociali capaci di osservazione, di diagnosi e di guida relazionale di rete nel risolvere i problemi che le patologie post-moderne fanno emergere.

Sono così analizzati i casi della sociologia della salute e del sistema educativo, in un'ottica volta a costruire una "società dell'umano", capace di mediare la relazione al valore della vita umana.

La conclusione a cui giunge l'Autore sembra dunque la necessità di ricondurre all'uomo il senso delle relazioni sociali. Donati si pone in radicale disaccordo con le concezioni post-moderne che liquidano il soggetto, ponendolo nell'ambiente del sistema sociale: la meta della sociologia, per Lui, deve essere volta a reintrodurre la differenza fra l'umano ed il non umano nel sociale, inteso come rete di relazioni.